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Libertà è partecipazione

no-silenzio

Le profonde contraddizioni sociali ed economiche che stiamo vivendo in questi ultimi anni e l’aumento conseguente di relazioni nazionali ed internazionali basate sulla logica della competitività e del “diritto del più forte” producono catastrofi ambientali, guerre, conflitti e massacri sempre più diffusi, estesi e tragici (dall’Ucraina a Gaza). La stessa logica sta determinando un impatto devastante anche nella scuola. Qui assistiamo ad un continuo tentativo di riforme che partono sempre dal presupposto che la scuola deve essere competitiva, “al passo con i tempi”, ovvero legata allo sviluppo economico come unica ragione di esistenza.

Le ultime riforme legate al PNRR confermano questa tendenza. Importante però è stata la resistenza che molte scuole hanno opposto al tentativo di ridurre gli anni scolastici di tecnici e professionali e all’introduzione del made in Italy. Anche il diritto all’aggiornamento e alla formazione che il Ministero vorrebbe trasformare in ulteriore momento di eterodirezione del lavoro docente ha visto la resistenza di molte scuole determinate a difendere le prerogative degli organi collegiali.

Crediamo che questi segnali di resistenza siano estremamente importanti e da valorizzare cercando di riconnettere i contatti tra le scuole per tentare di affrontare i nodi di fondo che caratterizzano questo periodo e su cui il mondo docente non viene coinvolto:

  • La scuola deve garantire la libertà di insegnamento e apprendimento ed una gestione democratica e collegiale o essere il luogo in cui si esercita un potere autoritario e militaresco?
  • La scuola è luogo di educazione e autoeducazione al sapere critico o di indottrinamento e obbedienza?
  • La didattica, ovvero gli strumenti e le strategie per insegnare, è un insieme di dispositivi al servizio delle conoscenze o deve “obbligatoriamente” essere solo digitale?
  • I percorsi di formazione sono un diritto di docenti e studenti o devono essere imposti alle scuole da agenzie esterne?
  • Le scelte didattiche e valutative sono di competenza dell’istituzione scuola e dei docenti o appannaggio di Invalsi & Co.?
  • L’Autonomia Differenziata può avere un impatto positivo per una migliore gestione del sistema scolastico nazionale o ne prefigura una feudalizzazione con iniqua distribuzione delle risorse? Domande che ci rimandano all’interrogativo di fondo: sulle trasformazioni in atto il mondo della scuola deve assistere passivamente o prendere parola? Noi crediamo che sia nostro dovere pronunciarci seguendo l’esempio di molte scuole che già lo hanno fatto e per questo invitiamo docenti, studenti, genitori e tutte/i coloro che sono interessate/i ad una

assemblea cittadina il 12 aprile alle 17

presso Spin Time, via di S. Croce in Gerusalemme 55

Aderiscono: docenti, studenti, genitori di diverse scuole romane (Albertelli, Nomentano, Socrat, Di Vittorio-Lattanzio, De Chirico-Confalonieri), Collettivo Alas, Usb scuola, Cub Sur Roma, Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa), GC (Giovani Comunisti), Associazione la Nostra Scuola, As.SUR, Autoconvocati Scuola Roma, Rete della conoscenza La Sapienza, Udu (Unione degli universitari–La Sapienza), Associazione “Per la Scuola della Repubblica”, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università


Invalsi, il nuovo che avanza: ritornano le classi deifferenziali, le scuole speciali. A quando i ghetti i nei ricoveri negli istituti ad hoc?

schedato

Segnaliamo tre fondamentali articoli di Rossella Latempa pubblicati su Roars.it:

1 – Il tuo futuro è scritto nei test INVALSI: le preoccupazioni del Garante della Privacy
2 – Il tuo futuro è scritto nei test INVALSI: learning analytics e dispersione scolastica
3 – Il tuo futuro è scritto nei test INVALSI: aprire la black box

Volevamo prima però aggiungere le riflessioni che seguono.

Una delle grandi “conquiste” realizzate dalla digitalizzazione sarà la modernizzazione delle imprese, del lavoro, del marketing che dilaga nella politica, del business, insomma della società intera: trasformeranno la vita degli umani con la digitalizzazione nel “migliore dei mondi possibile”: “il mondo più disumanizzato possibile”.

Naturalmente la scuola deve essere tra le prime istituzioni che deve aggiornarsi, per questo l’impegno del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) donato dalla Unione Europea, Commissione e Banca Centrale Europee ai paesi che ne fanno parte, e che “godono” dei finanziamenti, impongono progetti e programmi che hanno come obiettivi diretti o indiretti non solo una pronta digitalizzazione ma anche l’unico modello di insegnamento e formazione finanziabile, quella degli operatori delle professioni digitali del futuro.

In questo contesto l’INVALSI, o i suoi committenti, hanno scoperto, già da due anni, una nuova funzione da affidare alle prove oggettive e standardizzate: quella della Predditività.

Il presidente dell’INVALSI, dottor Ricci, in un incontro registrato e visibile su YouTube ha esemplificato il senso della Predditività, in questo caso dei risultati scolastici: dal risultato ottenuto alle risposte sbagliate a un quiz INVALSI di matematica un bambino di seconda elementare che manifesta una “fragilità” fa prevedere, con relativa certezza, che tale “fragilità” si trascini fino al terzo liceo. (nel primo degli articoli da noi segnalati della professoressa Latempa i lettori potranno collegarsi con il canale Youtube la registrazione del confronto diretto in TV).

Questa previsione è stata ottenuta o consultando le sfere magiche delle fattucchiere o con il metodo di Cesare Lombroso che riconosceva e classificava

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Sperimentazione dei percorsi quadriennali degli istituti tecnici e professionali statali. Confindustria esulta.

scuola quadriennale

L’articolo che segue è pubblicato sul Blog de IL FATTO QUOTDIANO e sembra il contributo spontaneo di un professore universitario di Padova che non ce la faceva più a tacere, un testo che condividiamo e che può essere di aiuto ai genitori per le decisioni che saranno chiamati a prendere nel prossimo futuro.

I genitori dovranno provvedere all’iscrizione dei figli alle superiori e saranno spinti, con vari artifici, a iscrivere i figli ai nuovi corsi SPERIMENTALI. Già la parola sperimentale ha una forza di seduzione, ma è facile prevedere un grande dispiego di altre parolone: NUOVO, MODERNO, ATTUALE… ma, come dicevamo nel precedente articolo, il falso concetto della “GRANDE OCCUPATIBILITA’ millantata al 90%”, sarà l’argomento maggiormente usato per convincere i genitori perché scelgano la sperimentazione.

Ai genitori basterà dire NO!, “ho scelto l’ISTITUTO TECNICO STATALE” oppure “l’ISTITUTO PROFESSIONALE STATALE” e finché resta sperimentale questa ”NON SCUOLA” SPERIMENTALE non potrà essere imposta a nessuno.

Gli insegnanti dovranno deliberare la sperimentazione nella loro scuola. La normativa, legge 59/99 istitutiva della autonomia scolastica e il DPR 175 (regolamento dell’autonomia scolastica) dicono espressamente che l’organo preposto alla delibera e attuazione delle sperimentazioni e ricerche è esclusivamente il COLLEGIO DEI DOCENTI.

Questo in virtù del fatto che la Costituzione (Art.33 e 34) prevede tassativamente la libertà d’insegnamento, tanto che tra i compiti assegnati al

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Leggere, leggere, leggere…. Ma resta fondamentale sperimentare il gusto alla lettura

lettura

Ci sono molte pratiche che i genitori possono adottare perché i propri figli prendano gusto alla conoscenza, ai saperi, alla lettura.

Le prime ed essenziali pratiche da attuare, secondo noi, sono:

1) Una regolarità nel tempo e nello spazio del sonno. Questa è una scoperta relativamente recente che sta avendo clamorose conferme dai neuropsicologi grazie agli strumenti moderni che riescono ad intercettare l’attivazione dei Neuroni cerebrali nel corso del sonno.

2) Una seconda pratica, già accertata e certificata dall’UNESCO da 50 anni è quella di una nutrizione sufficiente, varia e sana. Cinquant’anni fa l’Unesco sintetizzava nei suoi manuali, già allora, che una bistecca aiutava ad apprendere più di un anno di lezioni, meglio, l’alimentazione sana e sufficiente, era indispensabile perché si avviassero i percorsi di apprendimento.

La terza condizione che ci preme segnalare è quella che descrive Daniel Pennac (professore e scrittore francese) nell’intervista che pubblichiamo qui sotto:

3) “Si tratta, in realtà, di un principio-base elementare: tutti i bambini del mondo amano che gli si legga una storia per addormentarsi. Ci saranno eccezioni, ma non ne conosco.”

Chi volesse conoscere meglio, in modo divertente e interessante, le idee di Daniel Pennac sulla lettura può acquistare il suo libro “Come un romanzo (1)tutto dedicato al gusto della lettura.

Questa presentazione, vorrebbe essere anche un invito ai genitori che ci

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Il ministro anticipa la “non scuola” che da accesso alla “non conoscenza” ai “non saperi” per un accesso anticipato al lavoro più sfruttato e meno pagato

tecnici

Le informazioni, le analisi e soprattutto le critiche messe a punto da Daniele Lo Vetere nel suo articolo per leparoleelecose.it che riportiamo sotto, hanno un carattere di particolare urgenza visto le forzature che il ministro Valditara sta attuando sulla “filiera” dell’Istruzione Tecnica, i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e gli ITS Academy.

Infatti, il ministro ha emanato un Decreto Ministeriale (n.240) il 7 dicembre 2023 per indurre le scuole ad aderire alla sperimentazione ministeriale, prima che entri nel merito l’iter legislativo parlamentare del DdL 924/2023 presentato dal governo, anche nell’intento di forzare la mano al Parlamento, perché approvi integralmente il testo anticipato dal decreto ministeriale.

I tempi di attuazione del decreto 240 sono fulminei: le scuole (i Collegi dei Docenti e i Consigli d’Istituto) devono deliberare l’adesione alla sperimentazione entro il 30 dicembre, senza sapere nulla del quadro normativo in cui saranno collocate. Addirittura le scuole devono inserirsi in nuove istituzioni che esse stesse devono contribuire a far nascere, in sinergia con fondazioni private ed imprese. In questo caos istituzionale e normativo il ministro si dice certo che almeno 700 scuole aderiranno alla sperimentazione.

Un modo vergognoso per realizzare uno stravolgimento dell’assetto costituzionale della scuola, senza nemmeno aspettare il pronunciamento del Parlamento.

A questo caos stanno facendo resistenza alcuni Collegi dei Docenti che hanno già detto NO alle proposte di delibera dei Dirigenti, consapevoli che il NO in questo caso sono decisivi. Infatti la normativa vigente, anche quella successiva all’Autonomia Scolastica, fino alla più recente, ribadisce che l’unico soggetto abilitato a deliberare percorsi e progetti di “sperimentazione” nelle scuole è proprio ii Collegio Docenti.

Ma un altro NO decisivo sarà quello dei Genitori che sarà oggetto di attenzione da parte dei dirigenti e delle segreterie delle scuole che dovessero aderire alla sperimentazione. Lo scopo dichiarato infatti, è quello di iniziare il primo anno di sperimentazione nel 2024: i genitori pertanto, verranno afflitti dalla richiesta urgente e pressante di far confluire i loro figli tra gli iscritti al

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Il Piano Scuola 4.0: disciplinamento digitale e fine della libertà di insegnamento? – parte II

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Di Giovanni Carosotti Rossella Latempa – 21 Aprile 2023 (da roars.it)

Proseguiamo nell’analisi del Piano Scuola 4.0, e dopo aver visto le linee di continuità con il passato della nuova “transizione digitale” prevista dal PNRR, entriamo nei dettagli della nuova progettazione, sottolineando gli aspetti inediti. La vera novità del nuovo Piano rispetto a tutti gli interventi precedenti risiede nelle condizioni a cui le scuole aderiscono, impegnando i fondi ricevuti con il PNRR: fondi non  non solo sono vincolati in termini di finalità e di azioni possibili, ma, soprattutto, in termini di modalità e di progettualità. Viene infatti richiesto agli istituti di pianificare già in fase preliminare quali “misure di accompagnamento” saranno necessarie per garantirne l’”utilizzo efficace”. Per cominciare, una formazione di tipo metodologico didattico, supposta indispensabile nei nuovi “ambienti di apprendimento” e nei “laboratori per le professioni del futuro”: “spazi disegnati come un continuum fra la scuola e il mondo del lavoro”. E ancora, monitoraggio continuo e valutazione quantitativa dell’impatto , con enfasi sul “miglioramento degli indicatori di performance rilevati dal Sistema Nazionale di Valutazione”. Il Piano scuola 4.0 sembra istituire l’equazione: innovazione degli spazi =formazione e innovazione delle metodologie didattiche = miglioramento dei risultati di apprendimento. Il destino della Scuola Futura sarà tutto ambienti digitali e test INVALSI?

II Parte

Come abbiamo sostenuto nella prima parte di quest’approfondimento, si tratta di un documento i cui contenuti non sono che una riproposizione dell’idea di scuola neoliberale concepita da quasi tre decenni, ma che fatica ad imporsi in

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Il Piano Scuola 4.0: la digitalizzazione forzata del PNRR-parte I

Di Giovanni Carosotti Rossella Latempa da Roars.it

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Dedichiamo, a partire da questo post, un approfondimento in due parti sul “Piano Scuola 4.0” e relativa progettazione, nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In questa prima parte ci soffermeremo sugli elementi di continuità del Piano Scuola con i precedenti interventi di riforma, mentre nella seconda evidenzieremo quello che potremmo definire il “salto di qualità” del nuovo piano, in termini di impatto sulla didattica e sulla relazione educativa. La nuova accelerazione riformista impressa dal PNRR riprende e riaggiorna alcuni elementi di sempre: a partire dalla ricerca di padri nobili (Montessori, Malaguzzi….OCSE); nell’uso di una neolingua ad effetto, che abbiamo imparato a decodificare da tempo e che mira a suggestionare e opacizzare; nell’invito ad “accompagnare” i docenti nella “transizione digitale”, invito rivolto ai bravi dirigenti e a tutta la comunità di apprendimento. Infine, la formazione di una futura “leadership pedagogica”, interna ad ogni istituto. Una nuova gerarchia di docenti, le cui competenze – certificate in progressione secondo lo schema di quelle linguistiche – distinguano  i Novizi (A1), consapevoli ma con limitate conoscenze, ancora bisognosi di “incoraggiamento e accompagnamento”, dagli Esploratori (B1), fino ai Pionieri (C2), veri leader “mossi” dal continuo “impulso di innovare”. Sono loro le “rarità preziose” della Scuola Futura.

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A differenza dei noti progetti PON europei, già vincolanti in termini di metodologie e finalità, ma volontari e più limitati nelle risorse e nelle aree di intervento, il Piano si propone alle scuole come un’opportunità irrinunciabile: finanziamenti assegnati per decreto (vedi qui e qui) a cui non si può dire di no. Stavolta è un’opera di “innovazione” che non può essere evitata.

Tutto sarebbe estremamente auspicabile, se si trattasse di una cospicua quantità di finanziamenti per permettere alle scuole di rinnovare il loro

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